Anna O è un nome d’arte, che richiama la consulenza psicologica offerta alla scrittrice, giornalista e attivista femminile viennese, fondatrice della Lega delle Donne Ebraiche: Bertha Pappenheim (1859-1936)
Si tratta di uno dei casi più noti nella psicotecnica moderna
Pappenheim soffre di vari disagi psicologici, specie nella forma di reazioni psicosomatiche invalidanti, per cui viene diagnosticata isterica
Il caso viene risolto da Josef Breuer (1842-1925), all’epoca famoso medico e ipnotista di Vienna, che ne pubblica il resoconto nel 1893
Il trattamento avviene tra il 1880 e il 1882
Consiste nella rivisitazione e rinnovata drammatizzazione, in stato di trance ipnotica, di un evento traumatico che è all’origine della sofferenza
Si tratta di una psicotecnica classica (che oggi definiremmo come uno psicodramma in stato di trance), quale viene impiegata almeno dall’inizio dell’Ottocento in molti ospedali psichiatrici, così come nella pratica della consulenza psicologica privata
Secondo il resoconto di Breuer, le sofferenze di Anna O hanno cominciato a presentarsi in concomitanza con il periodo in cui questa assiste il padre moribondo
Possiamo sintetizzare il trattamento in alcune frasi letterali dello stesso Breuer:
- “I fenomeni isterici in questa malata scomparivano non appena nell’ipnosi veniva riprodotto l’evento che aveva posto in atto il sintomo”
- “Io andavo a trovarla al mattino, la ipnotizzavo […] e poi la interrogavo, concentrandone i pensieri sul sintomo appena trattato, sulle occasioni in cui questo si era manifestato”
- “Essa, vivendo queste cose, in parte le declamava come una tragedia”
- “L’ultimo giorno, aiutandosi col disporre la stanza così come era stata la camera di degenza di suo padre, riprodusse l’allucinazione d’angoscia sopra raccontata che era stata la radice di tutta la malattia e nella quale aveva potuto pensare e pregare solo in inglese; immediatamente dopo parlò in tedesco e fu ormai libera da tutti gli innumerevoli singoli disturbi che prima aveva presentato. Poi lasciò Vienna per un viaggio […] Da allora gode di perfetta salute.”
Merita chiarire la paternità della consulenza a Bertha Pappenhiem
Non pochi sprovveduti, e persino alcuni psicologi, paiono infatti credere che Anna O sia un caso clinico di Sigismund Freud
In effetti, per qualche tempo Freud è stato tirocinante presso lo studio privato di Breuer ed ha coltivato a lungo l’equivoco
Freud arriva a dedicare tutta la prima delle sue Conferenze Americane (1909) al caso di Anna O, presentandolo come il fondamento da cui ufficialmente deriva l’originalità della sua psicoanalisi
Freud cerca anche di dare prova della propria familiarità con Breuer diffondendo una post-verità (segreta a tutti salvo che a lui) secondo cui Breuer avrebbe improvvisamente dimesso la paziente a seguito di un assalto erotico (che Freud definisce come un transfert) sviluppato dalla Pappenhiem stessa; circostanza di cui però non abbiamo alcun riscontro, a parte le rivelazioni scandalistiche postate da Freud, anche perché lo stesso Breuer non ne ha mai fatto menzione (ma forse Freud ne sapeva più di lui)
Tuttavia dopo alcuni anni, quando la leggenda metropolitana del Freud demiurgo di Anna O si è ormai radicata, Freud stesso finalmente non può fare meno di confessare al professor James J. Putnam (1846-1918) di Harvard, che gli chiede dettagli sul “suo” caso:
“Mi permetta ancora di correggere un piccolo errore, che è senza importanza per la storia universale. Io, cioè, non sono mai stato assistente di Breuer, non ho mai visto il suo famoso primo caso, e lo conosco solo per quanto me ne disse Breuer anni dopo” [Freud, 1873-1939: lettera a Putnam del 8.7.1915]